Rosa Elisa Giangoia
Dopo otto anni di vita della Rivista Letteraria Mosse di Seppia, fondata e diretta a Napoli da Annalisa Davide, la redazione decide di dar vita ad una pubblicazione antologica cartacea dal titolo Versi vegetali per portare avanti lo stesso intento della rivista, cioè quello di «provare a credere nella costanza degli appuntamenti dal vivo, dello scambio simultaneo di idee e di sguardi» (5), in una parola creare poesia nella realtà del vivere, quindi sulla carta, bypassando il virtuale e il digitale, per avere, sulla consistenza della carta, qualcosa che contraddica quelle che sono le connotazioni evanescenti, ma portanti, del nostro tempo, cioè dare consistenza al leggere, al parlare e soprattutto al far poesia. Queste vengono percepite come espressione di un «atto veramente rivoluzionario» (7), perché in quanto individuali, autonome e personali entrano in opposizione con quei valori imposti dall’alto che contraddistinguono il mondo di oggi.
Sono propositi che mi trovano pienamente d’accordo, per il comune intento che anche noi perseguiamo, seppure con impegno e fatica, di portare avanti una rivista cartacea, in ossequi a quella fisicità attraverso la quale pensiamo debba passare la produzione letteraria. Altra consonanza è indubbiamente quella montaliana, per noi scoperta, attraverso i due nomi di SATURA prima e di XENIA ora che, da oltre un decennio sono i titoli delle nostre pubblicazioni periodiche, più sottotraccia e ironica quella dei giovani amici napoletani di “Mosse di Seppia”.
Anche il titolo Versi vegetali, sebbene giustificato con un’ispirazione dal testo di scritti di bibliofilia La memoria vegetale di Umberto Eco, riporta ad una concretezza vitalistica tale da porre i versi in un naturale divenire esistenziale, come quello di tutti gli elementi botanici: vivere è creare poesia, ma la poesia esprime la vita in un inscindibile intreccio.
Puntualizzato l’intento di questa antologia, possiamo considerare i sedici autori che ad essa danno vita: Lucia Abbatiello, Emanuele Arciprete, Emanuele Battiniello, Francesca Calloni, Francesco Paolo Colucci, Annalisa Davide, Damiana De Gennaro, Alessandro Di Porzio, Maria neve Iervolino, Marzia Imparato, Axel Perugino, Achille Pignatelli, Pasquale Sbrizzi, Luca Tammaro e Maria Chiara Tortora. Un gruppo con una notevole coesione geografica e culturale: tutti appartengono all’area napoletana o comunque campana, con qualche caso di incursione universitaria a Bologna, tutti hanno una formazione culturale universitaria, con netta prevalenza dell’area linguistico-letteraria. Di conseguenza, possiamo parlare di una poesia colta, che si fonda su una buona consapevolezza della tradizione e spazia su altre aree, soprattutto su quella inglese, con qualche incursione nell’area scientifica e in quella della musica attuale. Ma è anche interessante il fatto che si tratti di un gruppo di giovani che hanno tra di loro rapporti di amicizia letteraria, con incontri, scambi di esperienze e letture condivise, il che li avvicina per certi aspetti all’esperienza romana di BombaCarta (https://bombacarta.com), attiva da alcuni decenni, con interessanti esperienze di laboratorio, ma rimasta sempre in ambito virtuale. Ognuno di questi giovani poeti compare nell’antologia con una breve intervista e con alcune poesie da cui emergono ulteriori elementi comuni che sottolineano la coesione del gruppo: l’appartenere alla medesima area territoriale si sfaccetta in una dinamica tra città metropolitana e area metropolitana che non determina contrapposizione, ma piuttosto confronto e arricchimento reciproco; la quasi totalità dei giovani poeti dichiara di aver vissuto la passione per la poesia e di aver iniziato in giovane età a scrivere, alcuni fin dall’infanzia, altri, dal liceo, sovente con stimolo da parte delle letture scolastiche e incoraggiamento degli insegnanti; tutti hanno ritrovato nel gruppo redazionale di Mosse di Seppia un ambiente inclusivo e stimolante per la loro attività di scrittura.
Quella che è stata prodotta è un’antologia vivace, autentica e sincera in cui si susseguono poesie di piacevole lettura, sostenute, in quasi tutti i casi, da un’apprezzabile consapevolezza letteraria, che porta ad un’espressione controllata e creativa nello stesso tempo, ricca di immagini originali per esprimere una ricerca incentrata soprattutto su se stessi, sovente in dialogo con un “tu” letterario, per un incontro finalizzato a capire se stessi attraverso l’altro nella consapevolezza dell’esistere nel dialogo, anche al fine di individuare orizzonti collettivi. Diffusa è pure la fiducia nella funzione e nella forza della parola letteraria, come delle altre forme di espressione artistica, per scandagliare il proprio essere e creare occasioni di dialogo con qualche punta di analisi e denuncia di tipo sociale.
Indubbiamente questo di Mosse di Seppia è un gruppo giovanile da tenere “sotto osservazione”, perché è molto probabile che di qui, se continuano a lavorare su se stessi e sulla forma espressiva, escano nuovi poeti di vaglia per i prossimi decenni.
Versi vegetali. Antologia poetica di Mosse di Seppia, a cura di Annalisa Davide, Napoli, Homo Scrivens, 2021, pp. 141, € 14,00.
Nessun commento:
Posta un commento