giovedì 14 maggio 2020

POESIA

Franco Zangrilli ci ha mandato, da New York, un'altra sua poesia, più intima e personale, che offro alla lettura di tutti gli amici, perché penso, seppur con dolore, che molti si ritroveranno nelle sue parole per la comune drammatica esperienza del dover essere "madre della propria madre" per assisterla in difficili momenti di infermità.

Madre

Madre non ti riconosco più.
Madre non sei quella di una volta.
Madre è una mia follia?

Mi sento privo dei profumi della vita.
Mi pare d’essere sprofondato nell’abisso.
Mi accarezza una foglia morta.

Sei una figlia di Eva?
Sei una sorella di Fedra?
Sei una madre Medea?


lunedì 11 maggio 2020

POESIA


Franco Zangrilli da New York ci manda ancora una sua poesia:


Parola

Non ti accontenti di venire nella notte.
La pagina bianca ancora è nel vuoto.
Hai sognato un altro, un altro, un altro ….
Perché la penna non ti aiuta?
Un soffio ha detto tutto.



Lo ringrazio, con molto apprezzamento per questi suoi versi di grande leggerezza e profondità, nello stesso tempo.

domenica 3 maggio 2020

RICORDO di BRUNO ROMBI

Il 28 aprile u.s. BRUNO ROMBI ci ha lasciati. Poeta, romanziere, critico letterario, traduttore e pittore, era noto in Italia e all'estero. Socio del GATTO CERTOSINO sin dalla fondazione, sempre presente, collaborativo e attivo nell'associazione. Lo voglio ricordare con la splendida relazione che tenne il giorno dell'inaugurazione, sperando che ci sia presto la possibilità di rendergli un pubblico omaggio.




Bruno Rombi
Apoteosi del gatto
Ho una visione dei gatti del tutto particolare, risalente agli anni ’70 quando frequentavo lo studio di piazza della Maddalena a Genova dell’amico pittore Germano Bocchi, il quale amava i gatti, come tutti gli animali, tanto che spesso ricordava la poesia di Walt Whitman, Canto di me stesso (Io credo che potrei voltarmi e / andare a vivere con gli animali, / così placidi e controllati. / Resto a guardarli ore e ore. / Non si affaticano, non frignano per la loro condizione. / Non stanno svegli al buio piangendo i loro peccati. / Non mi scocciano con i loro doveri verso Dio. / Nessuno è insoddisfatto, nessuno impazzisce per la mania di possedere. / Nessuno si inginocchia ad un altro, a uno della sua specie vissuto migliaia di anni fa. / Sopra l’intera terra, nessuno ha onori e compassione.).
Per tornare ai gatti, a parte quelli che circolavano per le stanze dello studio del mio amico pittore, ricordo, con un vago senso di memoria cinematografica, le schiere di gatti di ogni razza e colore che circolavano per i vicoli dei dintorni e che l’amico Germano non mancava quotidianamente di alimentare. A lui devo la lettura di un libro singolare, Sul gatto, cenni fisiologici e morali di Giovanni Riberti, un medico milanese nato nel 1805, dal quale libro ho tratto, nel tempo, spunti diversi di meditazione. Il medico individuava, nel nostro compagno, il simbolo della libertà per la sua indifferenza ad ogni avvenimento pubblico e privato (esso non farebbe un passo fuori della porta per vedere passare Berlusconi o Veltroni, né darebbe la coda di un sorcio per realizzare la Nuova Repubblica di Platone, da tutti auspicata e da nessuno realmente voluta), ama oziare come non sanno fare nemmeno i poeti (così famosi per gli ozi letterari), né i pittori, così noti per la perdita di tempo nell’imbrattare tele e fogli di carta!