martedì 26 agosto 2025

RECENSIONE


Scrittori a Parigi cent’anni fa


Rosa Elisa Giangoia


   Place de la Contrescarpe è una piccola romantica piazza del quinto arrondissement di Parigi, in cui ancor oggi si può cogliere la vera essenza della città, ma in un momento del passato è stato un Eden per molti personaggi oggi famosi, come mostra Luca Della Bianca in questo suo interessantissimo testo, in cui, grazie alla sua ampia e solida cultura letteraria e alle sue appassionate indagini e ricerche, ricostruisce i soggiorni di tanti scrittori statunitensi, ma non solo, nel vivace ambiente della capitale francese “nel 1925 e dintorni”, come si legge nel sottotitolo in copertina. Leggendo le pagine di questo testo si ha l’impressione di usufruire di una fantastica macchina del tempo che ci riporta indietro di cent’anni in quella Parigi capitale della cultura mondiale, in cui sulle tracce della prima guerra mondiale, persistono le ultime eredità della Belle Epoque e avanzano i caratteri della modernità, città dotata di forte attrattiva per tanti giovani che allora aspirassero ad affermarsi come scrittori.
   piccola piazza, oggi in parte alberata e animata da numerosi locali, diventa il simbolo di questa importante esperienza di vita in quanto anche se allora frequentata da clochard e da alcolizzati, fu il primo angolo di Parigi a ospitare, in un malandato appartamentino Ernest Hemingway, arrivato nel 1922. Lo scrittore americano ne avvertì subito il fascino sottile, tipicamente parigino, e le dedicò l’incipit di Festa mobile (1964, 2011): “E poi c’era il brutto tempo. Arrivava da un giorno all’altro, una volta passato l’autunno. Alla sera dovevi chiudere le finestre per la pioggia e il vento freddo strappava le foglie degli alberi di place de la Contrescarpe”.
   Altre strade e altri luoghi limitrofi accolsero molti altri scrittori espatriati americani, ma non solo, negli anni intorno al 1925, destinati a lasciare la loro impronta nella letteratura del Novecento.
Dopo Hemingway arrivarono William Faulkner, Sherwood Anderson, John Dos Passos, Francis Scott Fitzgerald, Ezra Pound, James Joyce, ma anche Georges Simenon da Liegi e tanti altri… Sono tutti personaggi inquieti, desiderosi di dare un nuovo corso alla loro esistenza e di intraprendere proficue esperienze letterarie, ma soprattutto desiderosi di successo. Naturalmente si incontrano e stabiliscono rapporti tra di loro, talvolta di amicizia, ma sovente caratterizzati da invidie profonde, mentre si intrecciano amori, avventure e passioni, che talvolta portano a matrimoni, ma anche a contrasti e a divorzi, a fughe e a ritorni, a eccessi di vario tipo, a intrecci tra vicende reali e invenzioni narrative. In quel momento a Parigi c’erano alcuni luoghi d’incontro determinanti per le fortune letterarie, come il salotto di Gertrude Stein o la famosa libreria “Shakespeare and Company” di Sylvia Beach o la “Maison des Amis des Livres” di Adrienne Monnier, e c’era l’attrazione di certi affascinanti idoli dell’erotismo, come Kiki di Montparnasse o l’esotica Joséphine Baker che fece perdere la testa a molti, ma soprattutto a Georges Simenon.
   Tutto questo viene ricostruito da Della Bianca con precisione, in base ad accurate indagini documentarie, arricchite da aneddoti curiosi, e narrato con quella sottile e ironica arguzia che rende accattivante la lettura, portando il lettore in quel mondo e coinvolgendolo nelle vite dei tanti protagonisti. A questo si aggiunge l’abilità dell’autore di mettere in evidenza, attraverso le vicende di cui sono protagonisti, le caratteristiche psicologiche e le tensioni personali dei vari scrittori espatriati a Parigi: Hemingway appare costantemente impegnato a promuovere se stesso e la propria immagine; Fitzgerald, sempre creativo, pur malinconicamente ripiegato su se stesso nel sempre più difficile rapporto con la moglie Zelda; Faulkner, perso nel suo mondo immaginario; Dos Passos, chiuso nella solitudine della sua originalità.
   Di straordinaria profondità la lezione intellettuale che Della Bianca ci lascia, quasi di sfuggita, in conclusione al libro, ma che meriterebbe un attento approfondimento, sulla lettura e sulla rilettura: “se la nostalgia è ricerca del tempo passato e non perduto, i libri, restituendo a un lettore nostalgico il sapore che aveva la vita al tempo della prima lettura, consentono di ritornare ai luoghi dell’anima”.

Luca DELLA BIANCA, L’Eden alla Contrescarpe, Pesaro, Metauro 2025, pp. 119, € 15,00.









martedì 5 agosto 2025


GIACOMO PUCCINI TRA REALTÀ E FANTASIA

 Rosa Elisa Giangoia

    In occasione del centenario della morte di Giacomo Puccini, Maria Primerano, scrittrice e pianista classica per passione, cardiologa per professione, ha messo in campo tutta la sua abilità nella ricerca storico-bibliografica di grandi personaggi, nonché le sue competenze musicali e la sua fervida fantasia per ricreare in modo originale, vivace e accattivante la figura del famoso compositore toscano nel romanzo Buon Natele Puccini. La figura del Maestro fa così seguito a quelle di altri musicisti (Mozart, Rossini, Pergolesi, Paganini e il compositore calabrese Leonardo Vinci) e personaggi famosi (Campanella, Modigliani) a cui la Primerano ha dedicato romanzi di successo.
   Con un’abile tecnica narrativa la scrittrice crea in questo suo nuovo lavoro una situazione originale in cui la vicenda reale di Puccini si snoda su uno sfondo fantasioso. Infatti lo scenario è costituito da un presepe napoletano, affollato di personaggi della tradizione partenopea e dell’attualità, in cui si aggiunge la comparsa della nuova figura del musicista, appena arrivato dal suo abituale mondo della lucchesia per unirsi a questa simpatica compagnia.
   Anche per la sollecitazione di altri personaggi del presepe, viene rievocata tutta la vita del Maestro da Antilisca, un fantastico straordinario animale che, nell’immaginario di Puccini, abitava la zona di Torre del Lago. Si parte dall’infanzia, contrassegnata dalla perdita precoce del padre a cui seguirono difficoltà economiche per la numerosa famiglia, poi l’impegno, fin da giovanissimo, in ambito musica, secondo una consolidata tradizione familiare. Ben presto ci fu il trasferimento a Milano, per completare gli studi musicali, e a poco a poco i primi successi in campo operistico, fino all’affermazione a livello mondiale.
   La rievocazione della vita di Puccini viene condotta, molto opportunamente, dalla scrittrice secondo un duplice canale, quello del suo lavoro di compositore, con il succedersi delle varie opere da Le Villi. Manon Lesacaut, Bohème, Tosca, Madame Batterfly, Il Tabarro, Gianni Schicchi, Suor Angelica, fino alla Turandot, rimasta incompiuta per l’improvvisa malattia e la morte del musicista. Tutto questo in un crescendo di riconoscimenti, applausi, consensi della critica ed entusiasmo del pubblico. D’altro lato Maria Primerano tratteggia la realtà dell’uomo Puccini, dalla personalità esuberante e appassionata, amante della caccia e della pesca a Torre del Lago, delle auto di lusso, delle case sempre più eleganti e sontuose, ma soprattutto… delle belle donne. Sfila così tutta una serie di figure femminili che hanno acceso d’amore l’animo del Maestro, a cominciare da Elvira, con cui convisse per parecchi anni, prima di sposarla, appena rimase vedova. A lei Puccini dava occasione di molti sospetti, molte gelosie, molte recriminazioni e soprattutto tanti dispiaceri per il susseguirsi delle sue avventure amorose con altre donne, di varia estrazione sociale e di caratteri molto diversi, da Corinna, “sprovveduta studentessa”, a Sybil Seligman, dell’alta società inglese, dalla cameriera Doria Manfredi, suicidatasi per le false accuse, alla Baronessa Josephine Von Stangel, alla giovane cantante aspirante al successo Rose Ader e alla popolana Giulia Manfredi, cugina di Doria, da cui avrebbe anche avuto un figlio.
   Il Maestro appare così in tutta la realtà di uomo, impegnato nel suo lavoro creativo, ma sovente anche gravato da vicende sentimentali e familiari che offuscavano le sue giornate e appannavano le occasioni di felicità che gli derivavano dai successi musicali.
   Tutto questo viene raccontato dalla scrittrice con espedienti narratologici molto interessanti, condotti su due binari che si intrecciamo, in quanto recupera con attenzione elementi biografici, avvalendosi di una ricca documentazione epistolare e testimoniale, ma nello stesso tempo tutto viene esposto con la frizzante vivacità che deriva dal dialogo che si intreccia con i personaggi del presepe napoletano, tra i quali primeggia Maria a’ purpettara, abilissima nel preparare polpette atte a punire i mariti infedeli…
   Il mondo di Puccini viene rievocato anche grazie a una serie di interessanti foto d’epoca e con un capitolo dedicato alle ricette dei suoi piatti preferiti, soprattutto per cucinare cacciagione e pesci del lago, ma tra cui, ovviamente, non compare quella delle polpette di Maria a’ purpettara, rigorosamente segreta!
   Il Puccini tratteggiato in queste pagine è senz’altro quello reale, un uomo focoso e inquieto, capace di divertirsi e di far divertire, anche con le sue espressioni sovente audacemente boccaccesche, amante della vita per tutto ciò che di bello e di buono può offrire, ma osservato dall’autrice con una forte punta di ironia, temperata dallo straniamento determinato dalla commistione di vero e di fantastico.
   Una lettura davvero piacevole e interessante che ci proietta in quel tempo, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, in cui la vita e i costumi subirono profondi cambiamenti, orientandosi verso la modernità.

Maria PRIMERANO, Buon Natale Puccini, Arezzo, Edizioni Helicon, 2024, pp. 512, € 25,00.