“Parole
senza rumore”
Antologia
poetica
a
cura di Rosa Elisa Giangoia
L’antologia, edita per
iniziativa dell’Associazione Culturale “Il Gatto Certosino”, trae il bel titolo
“parole senza rumore” da un noto ed esteso testo montaliano e riunisce poesie e
prose di venti autrici e nove autori (spiccata la superiorità lirica
femminile!) che, a loro modo e secondo la personale ispirazione, hanno inteso
omaggiare Montale nel centenario della pubblicazione di “Ossi di seppia”
(1925-2025). L’opuscolo, snello e gradevole, riporta in copertina una minuziosa
e artistica riproduzione a china intitolata “I girasoli” di Carla Cuminetti.
Con la consueta perizia è stato curato e coordinato dalla scrittrice e
poetessa, oltre che infaticabile animatrice culturale, Rosa Elisa Giangoia e
pubblicato con singolare diligenza da AGF Edizioni. L’opera raccoglie, a vario
titolo, una trentina circa di produzioni letterarie, compresa quella di chi
scrive, volutamente taciuta nel commento. Ecco segnalati in elenco titoli,
nominativi di autrici e autori seguiti da un’essenziale e brevissima chiosa.
“...silente sinfonia” di Maria Grazia Bertora vuol essere “una tenera
e melodiosa rievocazione della Natura nel mese di Aprile”; “sine
titulo” di Lucina Margherita Bovio offre “quattro versi di vera satira giocata sulla
realtà che viviamo, da cui ci salva – sostiene la poetessa – Montale”; “Il
cavalluccio marino di Montale” di Mario Bozzi Sentieri emerge in forma di
omaggio a Montale “come un sogno che mai si spezza”; “Parole
come pesci in un acquario” di Milena Buzzoni risuona con “un avvio
improvviso e fulminante, che si carica poi di tante ricche e soffuse emozioni”;
“Almeno un milione di scale” di Maria Cristina
Castellani rievoca, sul ritmo del verso montaliano, “un’anonima coppia che ha
sceso le scale della vita”; “Deserto” di Carla Cuminetti
ci porta nella cappelletta di montagna ove l’autrice riesce a percepire “il
rumore assordante del silenzio”; “Di mio nonno” e “E.D.” di Goffredo D’Aste
si propongono in qualità di “due secche serie di versi sub mono-lemmi che si
fanno visione e speranza”; “Il mare di Eugenio Montale” di Luigi De Rosa
esprime la sua gratitudine a Montale per “la credibilità e il valore dati alla
civiltà classica in «Mediterraneo»”; “Notte di Pasqua” di Mariangela De
Togni fa rivivere la personale e intima tensione nell’“incerto colore dei
pensieri”; “Cerco parole” di Emilia Fragomeni
è viva e vissuta ricerca da cogliere “nel pergolato dell’anima”; “Il
mio mare” di Maristella Garofalo è descritto come “acqua di madre
feconda”; “Controcanto
discordante” di Rosa Elisa Giangoia scopre e ritrova “la parola giusta nel
dolore” come risposta al montaliano male
di vivere; “Montaliana” di Elvira Landò
canta doucement rime dedicate a
Montale, in cui augura “una ritrovata felicità”; “Omaggio
a Eugenio Montale” di Patrizia Loria mira a “portare con sé il girasole impazzito
di luce”; “Una giornata qualunque” di Marina Martinelli
inquadra il “Limpido azzurro / di primavera”; “A
salutare Angelo, a salutare Eugenio, il suo poeta” di Gigliola
Mattiozzi descrive come “nel piccolo cimitero di San Felice a Ema si è recato a
porgere il proprio saluto ad Angelo (Marchese), al “suo” Poeta Eugenio
(Montale) e alla “di lui” moglie Drusilla (Tanzi); “Parole
con il silenziatore (e un po’ d’amore)” di Alessandra Santy Melizia cantano il silenzio
(incorniciato da un po’ d’amore) in versi di un sogno infinito; “Montale,
l’Italsider e il barone siciliano” di Egidio Morando è da leggersi come un
piacevolisssimo pezzo antologico di vita vissuta “con l’intervento di Montale
in sostituzione di Eliot, liberatosi dall’incarico morendo”; “Dopo
la tempesta” di Isa Morando sa creare una vivida suggestione provocata
“dalla rabbia del mare” e da “un tenue luccichio di madreperla. Ossi di
seppia.”, “Ricordo” di Rita Parodi Pizzorno ricompone una memoria
dei suoi “verdi anni” quando incontrò poesia e arte di Montale; “Senza
rumore” di Mario Pepe segnala di gustare “le carezze del sole, il
vagare di una farfalla”; “Un amore che compie 40 anni” di Roberta Raviolo
ricorda il suo primo intenso impatto con “Meriggiare pallido e assorto” e
afferma che “mantiene un primato nella mia anima”, seguito da altre
composizioni; “Νόστοι montaliani” di Giovanni Sighieri
Danesin si concentra ad “Indagare le radici della poesia di Genio del dono nel
centenario del dono” di “Ossi di seppia”; “sine
titulo” di Marco Tassistro, in modo originale, propone e omaggia
Montale e, richiamato nei suoi versi tre volte “il sole”, conclude con l’eversivo distico “Questo
meriggiare / pallido è assolto”; “Leggerò il mio futuro” di Elena Venere
spone l’assurdità di leggerlo a causa delle “cent’anime che m’abitano / e che
non so addomesticare”; “Mare nostrum” di Gabriella Vezzosi
canta e rivolge “la mia preghiera… Tra saperi e sapori di mare”; “un
sogno” di Franco Zangrilli rivela e interpreta il suo sogno “dove
vivono i morti / ...con abiti smorti / e… risorti”; “Incontro
con Eugenio Montale” di Guido Zavanone, qui riproposto da R.E.G., fa rivivere, da
giovane poeta quale era, l’infelice incontro a Milano con Montale, da lui
definito “senza prospettive” e che gli ispirò il lungo canto poetico “Gabbie”…
composto per uscirne!
*ASSOCIAZIONE
CULTURALE IL GATTO CERTOSINO Culturale “parole senza rumore”, Antologia poetica
A CURA DI ROSA ELISA GIANGOIA, AGFEdizioni.
Benito
Poggio

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