domenica 28 dicembre 2025

RECENSIONE

 


“Parole senza rumore”

Antologia poetica

a cura di Rosa Elisa Giangoia

L’antologia, edita per iniziativa dell’Associazione Culturale “Il Gatto Certosino”, trae il bel titolo “parole senza rumore” da un noto ed esteso testo montaliano e riunisce poesie e prose di venti autrici e nove autori (spiccata la superiorità lirica femminile!) che, a loro modo e secondo la personale ispirazione, hanno inteso omaggiare Montale nel centenario della pubblicazione di “Ossi di seppia” (1925-2025). L’opuscolo, snello e gradevole, riporta in copertina una minuziosa e artistica riproduzione a china intitolata “I girasoli” di Carla Cuminetti. Con la consueta perizia è stato curato e coordinato dalla scrittrice e poetessa, oltre che infaticabile animatrice culturale, Rosa Elisa Giangoia e pubblicato con singolare diligenza da AGF Edizioni. L’opera raccoglie, a vario titolo, una trentina circa di produzioni letterarie, compresa quella di chi scrive, volutamente taciuta nel commento. Ecco segnalati in elenco titoli, nominativi di autrici e autori seguiti da un’essenziale e brevissima chiosa. “...silente sinfonia” di Maria Grazia Bertora vuol essere “una tenera e melodiosa rievocazione della Natura nel mese di Aprile”; “sine titulo” di Lucina Margherita Bovio offre  “quattro versi di vera satira giocata sulla realtà che viviamo, da cui ci salva – sostiene la poetessa – Montale”; “Il cavalluccio marino di Montale” di Mario Bozzi Sentieri emerge in forma di omaggio a Montale “come un sogno che mai si spezza”; “Parole come pesci in un acquario” di Milena Buzzoni risuona con “un avvio improvviso e fulminante, che si carica poi di tante ricche e soffuse emozioni”; “Almeno un milione di scale” di Maria Cristina Castellani rievoca, sul ritmo del verso montaliano, “un’anonima coppia che ha sceso le scale della vita”; “Deserto” di Carla Cuminetti ci porta nella cappelletta di montagna ove l’autrice riesce a percepire “il rumore assordante del silenzio”; “Di mio nonno” e “E.D.” di Goffredo D’Aste si propongono in qualità di “due secche serie di versi sub mono-lemmi che si fanno visione e speranza”; “Il mare di Eugenio Montale” di Luigi De Rosa esprime la sua gratitudine a Montale per “la credibilità e il valore dati alla civiltà classica in «Mediterraneo»”; “Notte di Pasqua” di Mariangela De Togni fa rivivere la personale e intima tensione nell’“incerto colore dei pensieri”; “Cerco parole” di Emilia Fragomeni è viva e vissuta ricerca da cogliere “nel pergolato dell’anima”; “Il mio mare” di Maristella Garofalo è descritto come “acqua di madre feconda”;  Controcanto discordante” di Rosa Elisa Giangoia scopre e ritrova “la parola giusta nel dolore” come  risposta al montaliano male di vivere; “Montaliana” di Elvira Landò canta doucement rime dedicate a Montale, in cui augura “una ritrovata felicità”; “Omaggio a Eugenio Montale” di Patrizia Loria mira a “portare con sé il girasole impazzito di luce”; “Una giornata qualunque” di Marina Martinelli inquadra il “Limpido azzurro / di primavera”; “A salutare Angelo, a salutare Eugenio, il suo poeta” di Gigliola Mattiozzi descrive come “nel piccolo cimitero di San Felice a Ema si è recato a porgere il proprio saluto ad Angelo (Marchese), al “suo” Poeta Eugenio (Montale) e alla “di lui” moglie Drusilla (Tanzi); “Parole con il silenziatore (e un po’ d’amore)” di Alessandra Santy Melizia cantano il silenzio (incorniciato da un po’ d’amore) in versi di un sogno infinito; “Montale, l’Italsider e il barone siciliano” di Egidio Morando è da leggersi come un piacevolisssimo pezzo antologico di vita vissuta “con l’intervento di Montale in sostituzione di Eliot, liberatosi dall’incarico morendo”; “Dopo la tempesta” di Isa Morando sa creare una vivida suggestione provocata “dalla rabbia del mare” e da “un tenue luccichio di madreperla. Ossi di seppia.”, “Ricordo” di Rita Parodi Pizzorno ricompone una memoria dei suoi “verdi anni” quando incontrò poesia e arte di Montale; “Senza rumore” di Mario Pepe segnala di gustare “le carezze del sole, il vagare di una farfalla”; “Un amore che compie 40 anni” di Roberta Raviolo ricorda il suo primo intenso impatto con “Meriggiare pallido e assorto” e afferma che “mantiene un primato nella mia anima”, seguito da altre composizioni; “Νόστοι montaliani” di Giovanni Sighieri Danesin si concentra ad “Indagare le radici della poesia di Genio del dono nel centenario del dono” di “Ossi di seppia”; “sine titulo” di Marco Tassistro, in modo originale, propone e omaggia Montale e, richiamato nei suoi versi tre volte “il sole”,  conclude con l’eversivo distico “Questo meriggiare / pallido è assolto”; “Leggerò il mio futuro” di Elena Venere spone l’assurdità di leggerlo a causa delle “cent’anime che m’abitano / e che non so addomesticare”; “Mare nostrum” di Gabriella Vezzosi canta e rivolge “la mia preghiera… Tra saperi e sapori di mare”; “un sogno” di Franco Zangrilli rivela e interpreta il suo sogno “dove vivono i morti / ...con abiti smorti / e… risorti”; “Incontro con Eugenio Montale” di Guido Zavanone, qui riproposto da R.E.G., fa rivivere, da giovane poeta quale era, l’infelice incontro a Milano con Montale, da lui definito “senza prospettive” e che gli ispirò il lungo canto poetico “Gabbie”… composto per uscirne!

*ASSOCIAZIONE CULTURALE IL GATTO CERTOSINO Culturale “parole senza rumore”, Antologia poetica A CURA DI ROSA ELISA GIANGOIA, AGFEdizioni.

Benito Poggio

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