Una poesia di Franco Zangrilli che sceglie di recuperare l'antica tradizione della rima, conferendo a questa tecnica grande efficacia espressiva.
Fuga
Fuggo da me stesso,
per ritrovare me stesso,
non un volto depresso.
Fuggo da un nido insano,
approdo a un mondo vano.
Fuggo animato dalla speranza,
eccomi in un luogo dell’arroganza,
dove tutto non ha importanza,
è un regno dell’ignoranza.
Fuggo senza valigia,
in una giornata grigia,
una nuvola nera là serpeggia.
Fuggo da un mare di fiamme,
e affogo in un lago di gemme.
Il ritorno non è l’eternità,
né l’ostia della carità.
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