Lorenzo Spurio
con la traduzione in italiano della raccolta di poesie Le iguane non mi turbano più ci
fa conoscere una nuova, interessantissima poetessa, la ecuadoriana Dina
Bellrham (1984-2011)
Per Le Mezzelane Editore di Santa Maria Nuova (AN) è uscito in
questi giorni il libro Le iguane non mi
turbano più, una ricca e commentata selezione di poesie di Dina Bellrham,
tradotte dal poeta e critico letterario Lorenzo Spurio in italiano.
L’opera è il frutto di un lavoro di studio, analisi e traduzione
dell’opera poetica della poetessa ecuadoriana Edelina Adriana Beltrán Ramos
(1984-2011), meglio nota con lo pseudonimo di Dina Bellrham, studentessa al
quinto anno di Medicina presso l’Università Statale di Guayaquil (Ecuador), con
la passione per la poesia (era grande appassionata di Alejandra Pizarnik) che
fece parte del gruppo poetico giovanile “Buseta de Papel”. Pubblicò due
raccolte poetiche: Con Plexo de Culpa
(2008) e La Mujer de Helio (2011). Grazie
all’interessamento della famiglia, nella figura della madre Cecibel Ramos e del
critico letterario Siomara España, postumi sono stati pubblicati i volumi Je suis malade (2012) e Inédita Bellrham (2013). Alcune sue
poesie sono state tradotte in inglese e francese su riviste e blog di cultura
mentre questo di Spurio rappresenta il primo libro organico, in una lingua
diversa dallo spagnolo, prodotto su testi della giovane poetessa dello stato
del Guayas.
Tale edizione è stata possibile grazie alla disponibilità e al
consenso della famiglia, nella figura della madre, la signora Cecibel Ramos. A
impreziosire il volume si trova un ampio studio critico preliminare a cura
della poetessa e critico letterario Siomara España, tradotto in italiano dal
curatore dal titolo Dina Bellrham: contemplazione e comparsa, nel quale
si indagano con attenzione le caratteristiche preminenti della poetica della
giovane poetessa.
Come si legge dalla quarta di copertina: «La poesia della Bellrham
è sospesa tra un fosco presentimento della morte – quasi un dialogo continuo
con l’oltretomba – e una tensione amorosa per la vita, la famiglia e la
quotidianità dei giorni della quale, pure, non manca di mettere in luce
idiosincrasie, violenze e ingiustizie diffuse. La critica ha parlato di una
sorta di nuovo Barocco per la sua poesia dove coesistono terminologie
specialistiche della Medicina e squarci visionari che fanno pensare al più puro
surrealismo. Entrare in una poetica così magmatica e a tratti scivolosa per
cercarne di dare una versione nella nostra lingua non è compito semplice, dal
momento che la poetessa coniò – come il critico Siomara España annota nello
studio preliminare – un suo codice linguistico particolarissimo, inedito,
personale e multi-stratificato. Eppure è un tentativo sentito (e in qualche
modo doveroso) frutto di quella “chiamata” insondabile che non si è potuto
eludere».
Le iguane non mi turbano più
Le iguane non mi turbano più:
pensavo alla loro coda
e al mio collo
e alla morte.
Però una di esse mi sorrideva
-i gringo (117) sicuramente pensavano alla giunga-
(ma era solo un parco)-
E non seppi (118) [più] come inghiottire il pianto
e corsi
mentre l’iguana stava inviolata (119)
e il dolore, qui
nella metà del parco
quando l’iguana per [la] prima volta
non volle gettare [la] sua coda.
E corsi
e il dolore, qui
arse (120) tutto lo spazio del fumo
e il sorriso dell’iguana
però fa male (121)
questa fotografia dei gringo
e la loro biancheria istrionica…
Deve essere
questo, che arde
trucioli
in questa foto
e nel sorriso
deve essere
che ogni parte di me
quel giorno si perse
in quel parco.
117 Il termine gringo di acquisizione e uso anche nella nostra lingua, ha un
significato chiaro. In spagnolo esso può stare sia per “straniero” che per
gringo (secondo alcuni, una definizione dispregiativa), ovvero
anglofono in terra sudamericana.
118 Nella versione originale viene usato il presente (Ya no sé) ma dato che i
versi che seguono fanno riferimento a un qualcosa avvenuto nel passato
ho deciso di rendere anche tale forma verbale al passato.
119 Il termine originale, intacta, può far valere diverse accezioni nella nostra
lingua: “intatta” e “inviolata”; quest’ultima sia nel senso di
“indisturbata” che “non oltraggiata”.
120 Anche in questo caso il verbo nell’originale era al presente e si è deciso
di renderlo al passato.
121 L’originale recita duele (verbo doler) che può essere reso con “dolere”,
“far male”, “procurare male”, “far soffrire”.
Dina
Bellrham, pseudonimo di Edelina Adriana Beltrán Ramos, nacque a Milagro, nella
provincia di Guayas, nello stato dell’Ecuador il 6 luglio 1984 ed è morta
suicida a Guayaquil il 27 ottobre del 2011. Studentessa al quinto anno di
Medicina presso l’Università Statale di Guayaquil, con la passione per la
poesia (grande appassionata di Alejandra Pizarnik), ha fatto parte del gruppo
poetico giovanile “Buseta de Papel”. Due le raccolte poetiche pubblicate: Con Plexo de Culpa (2008) e La Mujer de Helio (2011); altri lavori
sono stati pubblicati postumi. Grazie all’interessamento della famiglia, nella
figura della madre Cecibel Ramos e del critico letterario Siomara España,
postumi sono stati pubblicati i volumi Je
suis malade (2012) e Inédita Bellrham
(2013). Alcune sue poesie sono state tradotte in inglese e francese su riviste
e blog di cultura.
Lorenzo Spurio (Jesi, 1985), poeta, scrittore e critico
letterario. Per la poesia ha pubblicato Neoplasie
civili (2014), La testa tra le mani
(2016), Le acque depresse (2016), Tra gli aranci e la menta. Recitativo
dell’assenza per Federico García Lorca (I ediz. 2016; II ediz. 2020) e Pareidolia (2018). Ha curato antologie
poetiche tra cui Convivio in versi. Mappatura
democratica della poesia marchigiana (2016, 2 voll.). Intensa la sua
attività quale critico con la pubblicazione di saggi in rivista e volume,
approfondimenti, prevalentemente sulla letteratura straniera, tra cui le
monografie su Ian McEwan e il volume Cattivi
dentro: dominazione, violenza e deviazione in alcune opere scelte della
letteratura straniera (2018). Si è dedicato anche allo studio della poesia
della sua regione pubblicando Scritti
marchigiani (2017) e La nuova poesia
marchigiana (2019). Tra i suoi principali interessi figura il poeta e
drammaturgo spagnolo Federico García Lorca al quale ha dedicato un ampio saggio
sulla sua opera teatrale, tutt’ora inedito e tiene incontri tematici. Ha
tradotto dallo spagnolo racconti di César Vallejo e di Juan José Millás e una
selezione di poesie di Dina Bellrham confluite in Le iguane non mi turbano più (2020). Su di lui si sono espressi,
tra gli altri, Giorgio Bàrberi Squarotti, Dante Maffia, Corrado Calabrò, Ugo
Piscopo, Nazario Pardini, Antonio Spagnuolo, Sandro Gros-Pietro, Guido Oldani,
Mariella Bettarini, Emerico Giachery e numerosi altri.
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