Il 28 aprile u.s. BRUNO ROMBI ci ha lasciati. Poeta, romanziere, critico letterario, traduttore e pittore, era noto in Italia e all'estero. Socio del GATTO CERTOSINO sin dalla fondazione, sempre presente, collaborativo e attivo nell'associazione. Lo voglio ricordare con la splendida relazione che tenne il giorno dell'inaugurazione, sperando che ci sia presto la possibilità di rendergli un pubblico omaggio.
Bruno Rombi
Apoteosi del gatto
Ho una visione dei gatti del tutto
particolare, risalente agli anni ’70 quando frequentavo lo studio di piazza
della Maddalena a Genova dell’amico pittore Germano Bocchi, il quale amava i
gatti, come tutti gli animali, tanto che spesso ricordava la poesia di Walt
Whitman, Canto di me stesso (Io credo che potrei voltarmi e / andare a vivere
con gli animali, / così placidi e controllati. / Resto a guardarli ore e ore. /
Non si affaticano, non frignano per la loro condizione. / Non stanno svegli al
buio piangendo i loro peccati. / Non mi scocciano con i loro doveri verso Dio.
/ Nessuno è insoddisfatto, nessuno impazzisce per la mania di possedere. /
Nessuno si inginocchia ad un altro, a uno della sua specie vissuto migliaia di
anni fa. / Sopra l’intera terra, nessuno ha onori e compassione.).
Per tornare ai gatti, a parte quelli che circolavano per le stanze dello studio
del mio amico pittore, ricordo, con un vago senso di memoria cinematografica,
le schiere di gatti di ogni razza e colore che circolavano per i vicoli dei
dintorni e che l’amico Germano non mancava quotidianamente di alimentare. A lui
devo la lettura di un libro singolare, Sul gatto, cenni fisiologici e morali di
Giovanni Riberti, un medico milanese nato nel 1805, dal quale libro ho tratto,
nel tempo, spunti diversi di meditazione. Il medico individuava, nel nostro
compagno, il simbolo della libertà per la sua indifferenza ad ogni avvenimento
pubblico e privato (esso non farebbe un passo fuori della porta per vedere
passare Berlusconi o Veltroni, né darebbe la coda di un sorcio per realizzare
la Nuova Repubblica di Platone, da tutti auspicata e da nessuno realmente
voluta), ama oziare come non sanno fare nemmeno i poeti (così famosi per gli
ozi letterari), né i pittori, così noti per la perdita di tempo nell’imbrattare
tele e fogli di carta!