lunedì 4 settembre 2023

RECENSIONE

 


CURIOSA FELICITAS
, nel mondo dei fiori

Isa Morando


    L'espressione curiosa felicitas compare nel discorso sulla poesia del Satyricon di Petronio Arbitro riferita allo stile poetico di Orazio, creò non pochi grattacapi ai ragazzi impegnati negli esami di maturità classica del 1969. Pochissimi ne intesero il significato, la capacità oraziana di saper rendere con precisione di linguaggio (cura) un'ispirazione o un concetto poetico. 
    L'espressione mi è tornata alla mente dopo aver letto Fiori di parole. I fiori nella letteratura di Rosa Elisa Giangoia (Sampognaro&Pupi edizioni, Siracusa 2023). Una raccolta di saggi e articoli di argomento floreale, in cui l'attenzione per l'argomento (cura) si esprime in un linguaggio "ispirato" e coinvolgente (felicitas).
    Saggi e articoli sono stati composti tra il 2009 e il 2022, e pubblicati prevalentemente in riviste quali "Resine", "Satura" e "Xenia".
    L'autrice traccia un itinerario affascinante nel mondo dei fiori, soffermandosi con particolare interesse sulla rosa e sul valore simbolico-religioso che ha assunto nei secoli, a partire dal mito di matrice greca. Ma la vasta e profonda cultura letteraria di Rosa Elisa Giangoia la porta a studiare con originale sensibilità la presenza dei fiori nei poeti, da Dante, a Petrarca, a Poliziano.
    Anche il mondo botanico in generale suscita nell'Autrice un interesse letterariamente e scientificamente connotato, come si evince dal saggio "manzoniano" sul "cavolo di Perpetua e la vigna di Renzo".
    Di particolare efficacia poi è lo studio sui fiori nella poesia di Giacomo Leopardi, dalla fase "idillica" (vedi il "mazzolin di rose e di viole" della donzelletta nel "Sabato del villaggio") alla denuncia del destino dell'uomo nell'ultima produzione, con la drammatica presenza della ginestra, unico fiore che può crescere "sull'arida schiena" del vulcano, "formidabil monte / sterminator Vesevo", simbolo della tragedia che incombe sul destino dell'uomo.
    Sarebbe estremamente riduttivo limitarsi a qualche esempio. L'attenzione dell'Autrice spazia dai crepuscolari agli ermetici, scoprendo nuovi itinerari di lettura, si sofferma sui significati del "fiore dei morti", il crisantemo, accosta la polisemia della rosa alla ligure solarità del geranio nella poesia di Giorgio Caproni, il poeta livornese innamorato di Genova.
    Non a caso ho scritto "innamorato": perché il profondo interesse di Rosa Elisa Giangoia per il mondo dei fiori nasce da una appassionata curiositas e si esprime appunto in curiosa felicitas, come si legge nel testo di Petronio Arbitro.
    Un interesse e un amore che hanno le loro radici nell'infanzia. In apertura di libro, l'Autrice scrive una commossa dedica: "Alla memoria di mio nonno Giovanni che mi ha insegnato ad amare i fiori": amore, quindi, che è studium, come lo intendeva la cultura latina.

Rosa Elisa Giangoia, Fiori di parole. I fiori nella letteratura, Sampognaro&Pupi edizioni, Siracusa, 2023, pp. 249, € 20.

Nessun commento:

Posta un commento