sabato 21 ottobre 2023

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Dal Vangelo di Marco 10, 13; 16



 

"Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse... E prendendoli fra le braccia e imponendo loro le mani li benediceva."

 

Avevo un libro di religione, nelle scuole medie, magnificamente illustrato. Non sono riuscita a ritrovarlo, nel mare magno dei libri di scuola disseminati per tutta la casa, in attesa del momento giusto per mettere ordine. Certo devo averlo conservato, tanto mi era caro. Le immagini comunque sì, le conservo ancora impresse, nitidissime, negli occhi e nella mente. Una, in particolare: uno sfondo campestre luminoso, d'azzurro e d'oro, un prato d'erba soffice, piante di verde gentile, di cui pareva di avvertire lo stormire, appena percettibile, delle foglie. In primo piano Gesù, seduto su un masso, biondo e bello secondo la classica iconografia. Di spalle, una frotta di bambini dalle vesti multicolori, di fronte a lui, come intenti ad ascoltare...

 Quell'immagine mi è tornata alla mente mentre seguivo, sconvolta, uno dei tanti reportages sull'orrore di Gaza. In particolare, la sequenza di un bambino solo che piangeva disperato, su un terreno polveroso di macerie, e si dirigeva con passo incerto verso un muretto su cui sedeva un uomo, il volto nascosto tra le mani, le spalle scosse da singhiozzi. In quel momento si è affacciata l'immagine. Ho riscoperto parole che credevo di aver dimenticato: le ripetevo a fior di labbra per quel bambino, per quell'uomo. Ho chiuso gli occhi: Gesù era là, seduto sul masso in mezzo al prato, e il bambino gli si avvicinava, e con lui altri bambini, una teoria infinita. Gli tendevano le mani, lui li chiamava a sé e li abbracciava. Ho pianto, e il mio pianto si è fatto preghiera. Struggente volontà di fede.

                                                                                                         

                                                                                                    Genova, 19 ottobre 2023 

Isa Morando

 

 

 

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