sabato 30 marzo 2019

UNA LETTERA di ISA MORANDO


Cara Rosa Elisa, 

superata l'emozione per trovarmi citata nella prefazione e per la (troppo) generosa dedica, mi sono dedicata alla lettura del tuo libro. Le prime parole che mi sono venute in mente, a lettura appena ultimata, appartengono tutte alla "sfera" latina: curiositas, fides /foedus.  Febe è una donna quale - credo - vorrebbe  essere ciascuna di noi, coerente con la sua condizione, rigorosa e tenace, capace di sopportare la sventura - la morte del marito - e di gestire la sua pena per il figlio lontano del quale non ha più notizia da tanto tempo. Ma è anche una donna aperta al dubbio, ansiosa di andare al di là delle apparenze e delle consuetudini, animata da uno spirito di ricerca (curiositas) sostenuto da un'intelligenza profonda e umile al tempo stesso. La sua conversione non avviene come una folgorazione, le parole di San Paolo scavano in lei nel profondo, la convincono, trovando un terreno fertile di esperienza e di conoscenza. Così i racconti del figlio insperatamente tornato, il ricordo di San Tommaso, "apostolo" in Oriente, arricchiscono la sua disponibilità alla fede, conferendole un respiro ecumenico: una fides tanto più sicura quanto più fondata sulla consapevolezza di un foedus da rispettare nei confronti del mondo che la circonda. Lei viaggia e si fa ambasciatrice della parola di Paolo (la Lettera ai Romani), continuando tuttavia a volgere lo sguardo alle realtà che di volta in volta le si rivelano, con un'attenzione a tutto tondo, matura ma con tratti di stupore infantile. Indimenticabili le pagine sul rapporto con il maestro Lido, sulle trascrizioni "incrociate" dei testi di Aristotele e della Lettera ai Romani di Paolo.
Febe è protagonista, ma si muove in uno scenario corale e di grande impatto sensoriale, che rivela un'amorosa attenzione ai tanti aspetti mutevoli dell'umanità, della natura e della vita quotidiana. Un affresco affascinante, da cui mi sono sentita catturata. "Dal tempo all'eterno", recita il sottotitolo: un itinerarium mentis che tu, cara Rosellina, hai saputo tracciare con una sorprendente intensità affettiva. Mysterium simplicitatis di una cultura vasta e profonda che tu hai voluto - come sempre - regalare ai tuoi lettori.
Febe è diventata un'amica, come lo sei tu.
Grazie
Isa

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