di Luigi PICCHI
Ad Ettore Cozzani
I
Per anni hai ascoltato
il Mare, la sua anima
ora furiosa ora quieta,
e per anni come un vecchio
marinaio hai affrontato
le sue onde, interrogando
rocce, isole, fauna e flora.
Ora tutte queste voci
sono custodite nello
scrigno del tuo poema
e, se lo sfoglio, sento
il vento, la risacca,
vedo le falesie
e le sirene
invoco.
II
Muse della Tradizione
e voi, Muse della Modernità,
sempre Muse dell’Eternità,
restituite al Mare, ai liguri
abissi, alle vertiginose falesie,
alle più arcane profondità
la salma del poeta che cantò
la potente Bellezza del mondo,
l’Uomo e la Natura, la loro
lotta, la loro unione.
Tra i coralli è la sua degna
tomba, assieme ai molti
che al mare si consacrarono
fino a morirci.
Tutte le creature marine
rendano onore a chi cantò
non solo le meraviglie
della flora e della fauna
sommerse, ma pure il piroscafo
e il sottomarino e nel Mare
il simbolo dell’Energia cosmica.
Ora il suo Poema né stelle
né onde potranno mai
dimenticare.
Nessun commento:
Posta un commento